HomeCALENDARIO LITURGICO - PASTORALE DELLE RICORRENZE E DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE Galleria delle immaginiContattami
NOVA ET VETERA
Voce dell'Assistente spirituale
Riflessioni
Aforismi
Asterischi
Detti e Contraddetti
Pensieri sparsi e spettinati
Spigolature
Pillole di saggezza
Voce dell'Assistente spirituale
Voce dell'Assistente Spirituale
Assemblea generale di inizio d' anno degli studenti ed  in particolare delle matricole - 6 ottobre 2015


Cari studenti il mio saluto cordiale soprattutto a voi che incontro per la prima volta come assistente spirituale. Mi vien da dire :" eccomi qui tutto intero per voi!"
Sono lieto di essere stato destinato dalla CEI come assistente spirituale e pastorale di questa sede di Piacenza dell'Università Cattolica. E' per me una grazia e un dono essere chiamato ad operare, come sacerdote in questa comunità universitaria con la possibilità quotidiana di incontrare ciascuno di voi, e di condividerne la vita con chi vi abita.
Essere di età diversa dalla vostra, non conta anzi può sicuramente giovare a me che a mia volta ho studiato ed insegnato in Università. Il docente non può essere coetaneo dell'alunno! Desidero mettere a vostra disposizione ciò che ho imparato studiando ed insegnando e ciò che ho imparato vivendo.

* Conosco molti universitari che ho avuto modo di incontrare sia a Roma che a Milano - dove ho svolto il compito di responsabile regionale dei Centri Culturali Cattolici delle diocesi della Lombardia - ma per ora non conosco voi che è ciò che desidero maggiormente. Non con una conoscenza in massa che non serve, ma personale, che permette di entrare in relazionecon ciascuno di voi, anche mediante un colloquio al quale desidero dare la mia disponibilità in un clima di libertà.
Del resto come vivere bene insieme nella stessa casa, senza conoscersi?

* L'Assistente spirituale ha il compito di affiancarsi amichevolmente al vostro cammino di crescita spirituale e di formazione. Accompagna non si sostituisce, sostiene e incoraggia mediante l'incontro personale e nella celebrazione liturgica comunitaria.
Non so in che misura sarò utile, ma i doni di Dio ve li posso dare in grazia del Ministero sacerdotale. Così passo passo si costruisce la personalità di ciascuno con i caratteri peculiari che la rendono inconfondibile. E questo che ci auguriamo possa avvenire come frutto della collaborazione reciproca.

*La spiritualità che non va intesa come qualcosa che si aggiunge al resto, come fosse una spolveratina di zucchero sulla torta, ma come una dimensione che attraversa la vita e che le dà unità, anzitutto interiore, che si nutre e si fortifica, beninteso, attraverso lo studio e la ricerca, che le discipline della Facoltà che avete scelto vi offre.
A questa costruzione giova - e come! - l'esperienza di vita comunitaria che il Colleggio S.Isidoro vi offre.Una esperienza che si desidera fraterna e gioiosa, se ognuno così la pensa e vi collabora.
Il Collegio con la sua vita e le sue iniziative che segnano i momenti comunitari più importanti ci immerge in una grande storia di spiritualità e di cultura che  cia ha preceduto ad opera di chi ha pensato e realixzzato l'Univesità Cattolica. Una storia alla quale ognuno può aggiungere il suo contributo.

* La stagione che state vivendo è un tratto fondamentale della vostra vita: e adesso che ne dovete capire l'importanza, unica che non si ripeterà. Non è il passaggio necessario finalizzato solamente ad acquisire uu titolo accademico da scrivere sul biglietto da visita. (Quanti Dottori, quanti titolati... hanno fatto disastri!) ma ad acquisire una scienza e sopratutto ad imparare un metodo.

* La spiritualità conduce al Signore che ne è la sorgente e la luce. in merito è utile domandarsi in che rapporto sta la mia umanità, in tutti i suoi aspetti con Gesù? e la sua umanità, e il suo insegnamento con la mia vita?

Nell'Università e nel Collegio  vi è la cappella: per ricordarci che il Signore è venuto ad abitare in mezzo a noi, per condividere e santificare la nostra vita.

Celebrazione in memoria delle vittime degli attentati di Parigi

*Orrore e sgomento sono le parole che riassumono i nostri sentimenti.
Siamo obbligati ad interrrogarci su ciò che precede questi fatti e su ciò che li scatenano questo nuovo tipo di attacchi.
* Non servono fiumi di parole che servono solo a scaricare la tensione e poi ritornare come prima, come é già avvenuto. Non servono parole roboanti, ma decisioni sagge e forti, adeguate al pericolo.
* Serve maturità umana e spirituale per ritrovare se stessi e per non lasciarci prendere dalla paura o peggio dall'odio, ambedue paralizzanti.
*Capire, se si può,questo mondo così lontano e ormai così vicino. Se c'é un luogo, una sede dove questo può e deve avvenire é l'Università, che é chiamata a formare uomini pensanti e a promuovere l'interculturalità.
Abbiamo il mondo islamico in casa, nella sua complessità, con il quale é necessario convivere. Ciò domanda una riflessione pacata anche se molto difficile che é chiamata ad andare oltre i fatti per svolgere una riflessione di carattere generale.

* La via della conoscenza. In questo ci può e ci deve aiutare la storia dei rapporti con l'Islam nelle sue fasi tragiche e in quelle nelle quali si sviluppò una collaborazione sul piano culturale e su quello politico. Ne fanno fede il "De pace fidei" ( 1453) di Niccolò Cusano e il fatto che Pietro il Venerabile (1156) tradusse il Corano in latino. E il card. Federico Borromeo che scrisse "La luce mattutina"
I ritardi e gli errori d'ambo le parti.

* Pregare per le vittime, perr le loro famiglie e pregare per noi : "Io vi daò parola e sapienza"
I problemi che ci siamo creati noi con la nostra insipienza, con i ritardi e gli errori, d'ambo le parti, non possiamo pretendere che Dio li risolva miracolosamente. Sarebbe comodo per noi!
La libertà che ci ha dato e che rivendichiamo ogni volta quando non vogliamo seguire i suoi insegnamenti
Il Signore ci porti ad essere uniti nel difendere la nostra identità cristiana, da noi più volte offesa e promuovere la pace, contrastando episodi quali il preside di una Scuola di Firenze che impedì agli alunni una scuola di visitare la Mostra sulla Bellezza perché esponeva opere di soggetto religioso, per altro di grande valore artistico o il Natale declassato a festa dell'inverno, con la proibizione di allestire il presepio in classe.
Darà luce e forza a coloro che si uniscono per un progetto di pace. 


Dies Academicus 2017 : saluto - introduzione alla liturgia eucaristica.

*Un saluto cordiale a lei, nostro Vescovo diocesano e all'Assistente Generale, Mons. Giuliodori, e ai concelebranti: don Mauro, don Michele,  don Massimo e don Roberto, lieti che siano con noi in questa giornata così significativa.
* Il "Dies Academicus" che ha una sua solennità, non solo giuridica, acquista per tutti noi che, a vario titolo, formiamo questa famiglia universitaria, una importanza del tutto particolare che ci tocca da vicino. Il convenire di tanti che oggi ci onorano con la loro presenza, rende questo incontro, atteso, ancora più bello e più felice.

* La liturgia prevede, anzi suggerisce che si dica qualche parola di ambientazione  che serva da "compositio loci" che ci introduca alla celebrazione allo scopo di orientare sentimenti e preghiere perché da tutti siano condivisi.

*E allora, non possiamo ignorare che questa celerazione cade nel mezzo del cammino quaresimale che coincide felicemente con la primaversa che risveglia la natura , chiamandola a vita nuova.
Così é anche per la vita spirituale ed ecclesiale, la cui fioritura però, passa inevitabilmente, attraverso la penitenza, non solo interiore, la quale nasce dalla umiltà che riconosce i propri peccati e i propri limiti; la sola che ci ottiene da Dio il perdono e la grazia.

* Lo Spirito che ha spinto Gesù nel deserto, spinge anche noi in questo tempo di quaresima.
Egli é vento, é movimento, come lo é la vita che mal sopportano lo star farmi là dove si é arrivati. Se accolto, anche la nostra vita rinasce, rifiorisce, anzi é destinata ad esplodere fino alla sua pienezza nella Pasqua del Signore.
L'umiltà porta con sé un vantaggio non da poco: il coraggio. Perché chi é umile diventa coraggioso e sa osare, oltre se stesso.
Il superbo, invece, é preso da troppe paure e da calcoli umani, talvolta meschini, che lo bloccano.

*Incalzati come siamo da ogni parte dagli avvenimenti e da traumi causati dai profondi cambiamenti che non danno tregua, su molti fronti. Ne é conferma anche l'argomento "umani e umanoidi" della Prolusione che andremo ad ascoltare.
ll coraggio che ci viene dato e che ci viene richiesto é un coraggio morale che non consente che i problemi avvertiti, anzitutto a livello personale che é il più importante, quelli nei rapporti interpersonali e poi anche a livello istituzionale, rimangano dormienti. Sarebbe questo, un sonno pericoloso per la salute.

* Per grazia anche oggi la Parola di Dio piove sui nostri pensieri, li illumina, li rifresca e li ridesta a vita nuova.
La comune preghiera e soprattutto il sacrificio di Cristo ci ottengono tutto ciò che, oggi, giova alla nostra salvezza e alla nostra gioia che invochiamo, con l'antica espressione liturgica: "spiritali iucunditate multiplica". Ne abbiamo bisogno come non mai. 
Con questo spirito, insieme celebriamo.

 

ADSUMUS

 

SIAMO QUI DAVANTI A TE O SPIRITO SANTO
Siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo:
sentiamo il peso delle nostre debolezze,
ma siamo tutti riuniti nel tuo nome;

vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori:
insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,
mostraci tu il cammino da seguire,
compi tu stesso quanto da noi richiedi.

Sii tu solo a suggerire e guidare le nostre decisioni,
perché tu solo, con Dio Padre e con il Figlio suo,
hai un nome santo e glorioso.
Non permettere che sia lesa da noi la giustizia,
tu che ami l’ordine e la pace;
non ci faccia sviare l’ignoranza,
non ci renda parziali l’umana simpatia,
non ci influenzino cariche o persone.

Tienici stretti a te col dono della tua grazia,
perché siamo una sola cosa in te
e in nulla ci discostiamo dalla verità.

Fa’ che riuniti nel tuo santo nome,
sappiamo contemperare bontà e fermezza insieme
così da far tutto in armonia con te,
nell’attesa che, per il fedele compimento del dovere,
ci siano dati in futuro i premi eterni. Amen.

 

DAVANTI A TE STANNO LA MIA SCIENZA E LA MIA IGNORANZA

Dal “DE TRINITATE” di S. AGOSTINO

(Libro XV, cap 28,51)

  

“Signore nostro Dio, crediamo in Te, Padre, Figlio e Spirito Santo. Perché la Verità non avrebbe detto: “Andate battezzate tutte le genti, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, se tu non fossi Trinità. Dirigendo la mia attenzione verso questa regola di fede, per quanto ho potuto, per quanto tu mi hai concesso, ti ho cercato e ho desiderato di vedere con l’intelligenza ciò che ho creduto; ho molto disputato e molto faticato. Signore, mio Dio, mia unica speranza, esaudiscimi e fa si che non cessi di cercarti per stanchezza, ma cerchi sempre il tuo volto con ardore (salmo 104,4).

Dammi tu la forza di cercare, tu che hai fatto sì di essere trovato e mi hai dato la speranza di trovarti con una conoscenza sempre più perfetta. Davanti a Te è la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa.

Davanti a Te stanno la mia scienza e la mia ignoranza: là dove mi hai aperto, accoglimi quando entro, là dove mi hai chiuso, aprimi quando busso. Fa che mi ricordi di te, che comprenda Te, che ami Te. Accresci in me questi doni, fino a quando tu mi abbia cambiato interamente. Potessi parlare soltanto per proclamare la tua Parola e dire le tue lodi!

Liberami, o mio Dio, dall’abbondanza di parole di cui soffro, nell’interno della mia anima, povera al tuo sguardo ma che si rifugia nella tua misericordia. Parlando di Te un sapiente ha detto nel suo libro, l’Ecclesiastico: “Noi moltiplichiamo le parole senza giungere alla meta” (Eccl. 43,29)

Infatti anche quando tace la voce, non tace il pensiero  perché sono molti i miei pensieri.

Quando dunque giungeremo alla tua presenza, avranno fine le molte parole che diciamo senza giungere a te: tu resterai, solo, “tutto in tutti” (1 Cor. 12,28) e noi, divenuti una cosa sola in Te, per tutta l’eternità non diremo che una sola parola, lodandoti in solo impeto. Signore, Dio unico, Dio Trinità, fa’ che anche i tuoi conoscano tutto ciò che, di quanto ho scritto, è tuo; e se in essi c’è del mio, perdonami tu e mi perdonino i tuoi. Amen”


* Per l'inaugurazione della Mostra
"L'ombra e la graziain Università Cattolica - sede di Piacenza - 8 marzo 2017


Finalmente diamo la parola all'arte! E' un fatto importante quello che oggi stiamo vivendo con l'inaugurazione della Mostra di arte contemporanea che porta il titolo significativo "L'ombra e la grazia" promossa dal Collegio dei docenti di teologia e dal nostro Centro Pastorale.

Ci auguriamo che, contando sulla collaborazione delle diverse realtà della nostra Sede questa sia la prima di altre iniziative che, andando al di là del perimetro delle discipline previste dal curriculum delle Facoltà, aprano alla dimensione della cultura umanistica, senza della quale si possono formare dei bravi tecnici, ma non degli uomini veri. Capaci di affrontare la vita con dignità e responsabilità.

* Nel nostro caso é attraverso l'arte che Dante chiama, nel XI canto dell'Inferno, " nepote a Dio" che si stabilisce, percorrendo la "via pulchritudinis" un rapporto stretto con la teologia che , di sua natura é contemplativa. Della bellezza di Dio, anzi di Dio stesso, visto e definito come bellezza, come afferma S.Agostino: "bellezza tanto antica e tanto nuova"!

Così che l'arte non é solo un riflesso, ma fonte da farci legittimamente chiedere :"quale teologia produce la bellezza? "Infatti Evdokimov - esule russo, docente all'Università della Sorbona a Parigi scrisse un'opera diventata famosa: "La teologia della bellezza" che ne sottolinea la soggettività e la paternità, in quanto é capace di generare.

* Bellezza e  spiritualità che scaturiscono non solo dall'arte figurativa ma anche dalla Musica. Cassiodoro,  di Squillace in Calabria, vissuto nel VI secolo che concepì, ante litteram, una specie di Università che chiamò "Vivarium", afferma in merito al rapporto tra arte, vita e spiritualità: " se continueremo a commettere ingiustizie, Dio ci lascerà senza musica"! Cari studenti, come potremmo vivere senza musica?

 

Omelia per la Celebrazione pasquale - giovedì 6 aprile 2017


"Protesi alla gioia pasquale, sulle orme di Cristo Signore" iniziamo questa celebrazione con lo sguardo rivolto all'"icona" di S. Francesco d'Assisi che ce lo presenta mentre si asciuga le lacrime che versa per la Passione del Signore e in pentimento dei suoi peccati, così spiritualmente immedesimato da portare nel proprio corpo il dono delle stimmate che il Signore gli concesse in modo indelebile. Francesco di Assisi finalmente libero dalla logica del potere, dell'avere, e dell'edonismo diventa il cantore della misericordia di Dio e della bellezza del Creato, come testimonia il famoso "Cantico delle Creature" che apre la storia della letteratura italiana. 

Eco di quanto S. Paolo afferma: "non voglio conoscere altro che Gesù Cristo e questi crocifisso".

* Anticipare la celebrazione non sostituisce quella pasquale che vivremo nelle nostre comunità di appartenenza territoriale, ci da la possibilità di sostare e considerare la passione del Signore che ebbe luogo prima nello spirito, nel cuore, e nella mente, prima che nel corpo.

* Anche noi ora vogliamo chiedere a Dio la purificazione dei sentimenti intimi del nostro cuore.

* I - Pasqua significa passaggio. Anzitutto per il Signore Gesù che chiama la Pasqua come la sua ORA, dicendo per questa sono venuto e come desidero che si compia. "E che debbo dire? Padre liberami da quest'ora, ma per questo sono venuto".
"La mia vita nessuno me la toglie, io la offro liberamente e poi me la riprendo". Alludendo così alla Resurrezione.

La Pasqua di Cristo tutto riassume e tutto comprende: è, nello stesso tempo, vertice e sorgente inesauribile di salvezza. 

Nel cammino quaresimale abbiamo ascoltato nei vangeli proclamati, la domenica l'espressione: “IO SONO" che richiama la rivelazione del Sinai che si prolunga nella vita del Salvatore. Infatti prima di guarire il cieco nato, proclama: "Io sono la luce, del mondo," alla Samaritana dice: "Io sono l'acqua viva che zampilla per la vita eterna", e davanti al sepolcro di Lazzaro afferma: "Io sono la Resurrezione e la vita".

Per Lui la Pasqua ha segnato il passaggio: - dalla morte alla vita; - dall'umiliazione alla gloria fino a sedere alla destra di Dio Padre, costituito giudice dei vivi e dei morti.

II - Anche per noi la Pasqua deve essere passaggio: che bene si esprime con la parola di Gesù quando ha gridato a Lazzaro "Lazzaro vieni fuori!" anche per noi si tratta di uscire:


- dal peccato alla vita di grazia ottenuta con il pentimento e mediante il perdono del sacramento della riconciliazione, la cui sorgente è il Crocifisso. Infatti la Chiesa ci mette sulle labbra questa invocazione: "spezza le catene che ci tengono prigionieri a causa delle nostre colpe". 


- dalla vecchiezza interiore dei nostri pensieri, dalla stanchezza alla freschezza della vita nuova in Cristo.


- dai rapporti inceppati con gli altri a quelli sciolti, riconciliati - facendo il primo passo - e nello stesso tempo non bloccati dal rispetto umano, proponendosi di essere quello che gli altri cercano in te, e che tu desideri negli altri quando ti auguri di incontrare un vero uomo o una vera donna.


- dalla pigrizia alla alacrità dell'impegno e alla decisione uscendo dall'incertezza, superando l'istinto troppo umano a ritardare e a posticipare molte decisioni necessarie per il proprio bene.

- Allentare o addirittura spezzare certi vincoli troppo stretti nell'uso dei network, i quali possono esercitare una vera "INTERFERENZA" soprattutto nei rapporti con il prossimo iniziando dalla propria famiglia, continuando nella scuola e con i compagni di studio. L'uso eccessivo isola dal contesto e dalle persone e un po' alla volta si disimpara ad avere una volontà propria. E' il caso di dire che si è sempre interconnessi e, in realtà, mai connessi.

In merito, nei giorni scorsi è apparsa una intervista di una attrice non italiana, la quale ha dichiarato che l'abitudine inveterata nell'uso del cellulare e poi della pagina facebook - con migliaia di fullower - l'aveva ridotta ad una alienazione da se stessa fino a compromettere non solo la propria serenità ma anche la salute. Confessò infatti che il primo gesto della giornata appena sveglia e l'ultimo prima di addormentarsi consisteva nel connettersi con il cellulare. Sentendosi poi come ha dichiarato "piena di vuoto interiore" decise finalmente di staccare, per guarire. Le servirono ben tre mesi di silenzio e di cura.
Il cellulare non è la bocca della verità!

E' stato scritto in questi giorni che la regressione culturale da molti avvertita nella nostra società e largamente lamentata, è causata dal prevalere della comunicazione visiva su quella scritta!!!


 

Anniversario della morte di Padre Agostino Gemelli 

15 luglio 2016 

* Rendimento di grazia a Dio per ciò che la Chiesa italiana e in particolare la nostra Università hanno ricevuto da lui al quale tutto dobbiamo da parte sia degli studenti che si sono susseguiti, dei docenti e del personale che vi lavora in ambito tecnico amministrativo.
La sua è una grande figura, poliedrica che è caratterizzata da un grande coraggio e soprattutto da una idealità straordinariamente creativa e dalla tenacia con la quale ha perseguito il suo disegno lavorandovi con perseveranza che gli ha permesso di superare grandi difficoltà e suscitare collaborazioni intelligenti, quali la Armida Barelli e Mons. Francesco Olgiati per citarne solo due. Sentiva di essere strumento della Provvidenza dalla quale prendeva ispirazione. Ci si può domandare quale è stato il suo segreto La risposta sta nella sua spiritualità e nelle fonti alle quali non ha mai cessato di attingere. Quali S. Bonaventura anch'egli Francescano del quale ha scritto, e al quale si è ispirato per l'amore alla scienza e per la spiritualità nutrita dal pensiero teologico. Di S. Bonaventura conosceva: 
"l'itinerario della mente in Dio". 
Era affascinato dal pensiero Medioevale per l'unità del sapere che ha nelle Summe l'espressione della sintesi che manca oggi alla cultura moderna caratterizzata dalla frammentazione e dalla specializzazione che non trova l'armonia desiderata che deriva dalla unità "dei distinti" quale il rapporto chiave tra filosofia e teologia sull'approfondimento del quale volle fondare la rivista "di filosofia neoscolastica" nel 1909.Da ricordare l'enciclica "a eterni Patris" di Leone XIII egregiamente commentata dalla prof. Vanni Rovighi.
In merito pubblico un articolo nel 1914 dal titolo "Medievalismo" che suscitò dibattito e polemiche. In verità a distanza di tempo non fu l'unico a sentire il fascino del Medioevo. Basta ricordare per i nostri giorni Umberto Eco appassionato per le caratteristiche culturali dell'età di mezzo. Basti ricordare "Arte e bellezza nell'estetica Medioevale". Da questo si evince l'importanza che annetteva alla vita intellettuale che andava in ogni modo coltivata. Da questa convinzione nacque la nascita della rivista "Vita e Pensiero".

* Riteneva che non si può fare a meno di parlare di scienza nel rapporto con la fede e con la teologia, perché l'umanesimo cristiano si costruisce sulla verità e sulla libertà. 
"Egli - è stato detto di lui - non cerca la scienza per la scienza, la scoperta per la scoperta ma vede e vuole Scienza e scoperte in funzione dell'uomo e a suo vantaggio”. L’obiettivo è formare l'uomo, e formare il ricercatore, mediante la passione per lo studio e per la ricerca con l'acquisizione di un metodo. La scienza da sola può "gonfiare", perché è la carità che edifica (S. Paolo). Dunque l'Università come laboratorio e non come esamificio, che considera gli esami come ad un adempimento al quale non corrisponde la desiderata maturità e professionalità.
Imitazione creativa. Imitare non significa copiare ma ricreare a vantaggio di coloro che verranno.

"Facesti come quei che va di notte
che porta il lume dietro, e se non giova 
ma dopo se fa le persone dotte".(Canto XXII del Purgatorio).

Concludiamo questa memoria non formale con le parole del Gemelli: "io ritengo che l'Università contemporanea, se ha il dovere di collaborare per il progresso delle scienze e di seguire la metodologia richiesta da ciascuno di essa, non deve mai però porre in secondo ordine ciò che esige il riconoscimento del suo primato, vale a dire l'uomo, la persona umana, il mondo della spiritualità" (dalla Prolusione dell'anno accademico 1957-1958).
 
 

BENEDIZIONE DEL FRUTTETO - 27 novembre 2017   " Benedire significa "Dire bene!" di chi? di Dio che ha creato l'universo e quanto esso contiene. Creato e creazione : parole sostituite - legittimamente in ambito scientifico - con natura. Ciò però  ha fatto perdere il carattere sacro - anzi divino - del cosmo. La storia - di secoli, o addirittura di millenni - il tempo dell'origine , il paese di provenienza, molte volte da noi lontanissimo (per esempio,  Asia,ecc) delle singole piante e  il loro simbolismo  ci conducono ad una dimensione culturale e spirituale, che dà un grande valore al gesto semplice che stiamo compiendo, ma che ci porta lontano, anzi in alto. Perché siamo invitati a guardare alle origini dell'atto creativo di Dio raccontato dalla Genesi, là dove leggiamo:" In principio Dio creò il cielo e la terra.... Dio piantò un giardino in Eden a oriente e vi collocò l'uomo. Il  Signore fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare. Dio pose l'uomo nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse" Qui  l'origine e la grandezza della missio di chi si dedica allo studio della natura e di ciò che la riguarda, come avviene nella Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della nostra Università.
La benedizione diventa invocazione : " Signore circonda del tuo amore i lavoratori della terra; fà che non si estingua nelle nuovre generazioni la luce della tua bellezza che si riflette nelle tue opere e la luce della tua verità che illumina e il dono della tua grazia che santifica. Risplenda la luce del tuo volto, sulle case e sui campi e la tua benedizione ci accompagni nel tempo della semina e del raccolto, della mietitura e della vendemmia. Amen . Padre nostro che sei nei cieli , sia santificato il tuo nome. Amen. Nel nome del Padre, del FIglio e dello Spirito Santo.


Celebrazione del Natale 2017

  

La nostra liturgia si apre, come di consueto con l'"atto penitenziale" con il quale ci presentiamo davanti a Dio con piena verità come ci testimonia la nostra coscienza superando il cosidetto il "politicamente corretto" - adatto in altri luoghi e in altri ambiti - che nasconde peccati, mancanze e problemi. Per invocare da Dio la sua misericordia. 
Il messale di Paolo VI che incarna la Riforma liturgica della Celebrazione eucaristica suggerisce che si introduca la celebrazione, per ambientarla quale "compositio loci" dando voce al comune sentire di coloro che vi partecipano. A me pare che possa giovare per la comune spiritualità. ricordare come la nascita di Cristo ha costituito e contina a costituire per tutti noi e per l'umanità intera quel nuovo inizio, definitivo atteso da secoli che ha cambiato e cambia la visione della vita e della storia, per cui niente e come prima, ne il bene ne il male. Il bene perchè splende di nuova luce, il male che trasgredisce la legge morale e contrasta il disegno di Dio offendendolo. Il male assume una dimensione che lo oltrepassa nella sua materialità, infatti come afferma S. Tommaso d'Aquino "Habet quandam infinitatem". 

E non è più lo stesso neanche il tempo - nel suo significato e nel suo valore - perchè il Verbo di Dio è sceso nell'eternità nel tempo per santificarlo, sottraendolo alla "ignoranza di Dio", all'idolatria, alla perdizione, e alla profanità cui era consegnato. Facendo di esso un nuovo "luogo" di salvezza il più importante fra i luoghi santi da lui visitati in Palestina perchè ne oltrepassa il perimetro geografico, fino a toccare il tempo assegnato a ciascuno di noi in misura diversa, da vivere come tempo di salvezza e di grazia. Alla concezione circolare del tempo tipica degli antichi (Kronos), che consisteva nell'eterno ritorno delle stesse cose, è subentrata la concezione lineare del tempo, secondo la visione biblica che lo considera come tempo di grazia (Kairos) che progredisce verso una meta, che è la vita eterna e Dio.
Il Messia con la sua Nascita da l'avvio ad una nuova umanità, generata dalla sua parola e dal sacramento del battesimo. I primi scritti cristiani parlano di Gesù come nuovo Adamo capostipite della nuova discendenza per opera dello Spirito.
Questo è l'augurio che ci scambiamo invocando insieme dal Signore in questa celebrazione lo Spirito dell'Incarnazione che tutto santifica.


Seminario di studio sul genoma - delle piante e degli animali - e sul DNA umano 

Intervento nel dibattito: ascoltando le relazioni per le quali ringrazio i professori che ci hanno presentato il frutto delle loro ricerche - sia pure in "itinere" perchè in questo ambito tutto è in evoluzione, come loro stessi hanno affermato -. Anche per il motivo che per me è la prima volta che ascolto sul tema in oggetto riflessioni così interessanti. anzitutto esprimo la mia ammirazione per quanto hanno sottoposto alla considerazione di tutti noi la mia ammirazione. Nello stesso tempo sono sorti in me degli interrogativi che si possono riassumere in una sola parola: "manipolazione" che prego di accogliere con benevolenza anche perchè sento la necessità del riscontro di chi ha parlato in rapporto alla valutazione che possono dare del vocabolo appena pronunciato. E' importante sapere se lo ritengono inappropriato o troppo forte o se è accettabile da parte loro. Questo riguarda soprattutto la ricerca in atto sul DNA umano che suscita, penso legittimamente, degli interrogativi. Certamente, ed è un aspetto positivo la ricerca in merito va valutata positivamente con soddisfazione in ordine ai rimedi per la guarigione di malattie. Ho appreso con soddisfazione che si esclude da parte di tutti la temuta pratica eugenetica legittimamente criticata perchè immorale.
Un ultima osservazione o problema è quello riguardante la "ricaduta politica" dei risultati delle ricerche che potrebbero essere, come già avvenuto nella storia utilizzate, dal potere politico per scopi inaccettabili. Ringrazio della cortese attenzione.

 
 
 
 



Home|CALENDARIO LITURGICO - PASTORALE DELLE RICORRENZE E DELLE CELEBRAZIONI LITURGICHE |Galleria delle immagini|Contattami