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HABEMUS PAPAM !



     VARIAZIONI  SUL TEMA


Tutta la chiesa, da ogni parte della terra, - e non solo essa! - guarda a Roma dove in questi giorni é stato scelto, nello Spirito santo, Colui che é chiamato a succedere a Benedetto XVI° come Vescovo di Roma, successore di S. Pietro e pastore della chiesa universale. Egli  - secondo l'espressione di S.Ignazio di Antiochia - é Colui che  "
presiede alla carità" (Lettera ai Romani 1,1), cioé alla chiesa,  definita come "Agape" (carità)  

* Il cristiano e tutta la chiesa oggi  risentono e rivivono, nella fede, le parole di Gesù : "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli"(Mt.16,1819)  e
"Simone di Giovanni mi ami tu più di costoro?... Pasci i miei agnelli e pasci le mie pecorelle" (Giovanni 21,15 e ss)".
E la promessa indefettibile: "Simone, Simone, io ho pregato per te perchè non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli" (Lc 22,31a-32) E ancora: "Ecco Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo"! (Mt. 28,20).

* Al ministero del Papa é affidato, come ad ogni vescovo, il triplice compito, cioè il triplice"munus" :

- di evangelizzazione, (evangelizzandi - docendi) attraverso la predicazione viva della Parola di Dio e attraverso i documenti del magistero;  

- di santificazione (sanctificandi) mediante la celebrazione dei sacramenti, in primo luogo dell'eucarestia, e vigilando affinché siano amministrati nella chiesa in modo fedele e degno;

- di governo (regendi -  gubernandi) con il quale vengono valorizzati i carismi e i ministeri di tutti i membri del popolo di Dio, per l'edificazione della chiesa, corpo mistico, "vivendo - come afferma S.Paolo - la verità nella carità, cercando di crescere in ogni cosa verso di Lui, che é il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di  ogni giuntura, riceve forza per crescere nella carità" ( Efesini  4, -15-16) e in vista della missione " ad extra", cioé verso il mondo, i popoli e le culture affinché conoscano Gesù Cristo il Salvatore.

* E' compito di chi governa, adeguare  mezzi,  strumenti,  iniziative,  decisioni e  direttive affinché la chiesa attui il mandato del Signore : "andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura" (Marco, 16,15) ed è suo compito far convergere in unità tutte le energie, i carismi umili e grandi, le diverse vocazioni e spiritualità suscitate dallo Spirito in seno al popolo di Dio che sono chiamate a rispondere con docilità e obbedienza al Pastore.
Il governare é certamente il compito più difficile e più gravoso, - per le resistenze che può incontrare e per le infedeltà  di tanti - ma é anche il più  necessario perchè la vita della  chiesa risponda, come deve, alla sua missione e alle esigenze del mondo contemporaneo che la guarda e attende dalla sua parola e dalla sua vita, fedele al vangelo, ciò che non può trovare altrove.

* E' doveroso, oltre ogni misura, continuare  l'invocazione unanime allo Spirito  affinchè il pastore che é stato chiamato a portare " il peso delle  somme chiavi" sia , secondo l' antico aforisma:  "sanctus, doctus et prudens"! perché ha davanti un compito immane, da essere  sovrumano.
Sia umile, scevro da ambizione umana, - che sarebbe esempio cattivissimo per vescovi, preti e fedeli - e sia vicino al popolo con la parola semplice - come quella del vangelo - e con la partecipazione sentita alla vita e alle sofferenze dell'umanità imitando Gesù che aveva "compassione della folla" ( Matteo, 15,32).

* Il Signore anche per la preghiera del suo popolo - e per l'intercessione dei pontefici,  che hanno fecondato la chiesa di Roma, con il sangue, con  la dottrina e con la santità  della vita - conceda al Papa,  di essere  Santo, cioè uomo di Dio e uomo di fede, Dotto perchè sia in grado di insegnare e "Prudente" cioè saggio, forte e capace. Con  la volontà di riformare la chiesa ( Ecclesia semper reformanda! in ogni epoca)  usando tutti i mezzi spirituali e legislativi che il suo ministero gli consente, onde attuare la salvezza delle anime che é la  suprema legge della chiesa. Salus animarum suprema lex!

* La tradizione antica, ripresa anche da Paolo VI, chiamava il Pontefice "Vicarius Beati Petri" (Vicario di Pietro), chiamato così da Papa Gelasio I (V sec.). Titolo che poi Papa Innocenzo III (sec. XII)  mutò nel più solenne "Vicarius Christi".

Certamente, il " Vicarius Petri",  anche per  il rapporto  con le altre confessioni cristiane, é più adatto a significare la missione del successore di Pietro sulla cattedra del Vescovo di Roma che, in quanto tale,, ha il primato su tutte le chiese. Precisamente parlando Gesù Cristo che ha voluto la chiesa, non è sostituito né sostituibile da un vicario perchè Egli, risorto, è sempre presente nella chiesa_ "io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo"(Matteo 18,20) - e lo é infatti con la sua divina Parola, con la grazia dei sacramenti in particolare dell'Eucarestia e con i ministeri dei quali l'ha dotata. Egli che ha donato se stesso alla chiesa come pastore, ha inviato lo Spirito santo, il Consolatore, che " insegnerà la verità tutta intera"( Giovani 16.7.13),  le ha donato sua Madre e le ha dato Pietro con una misssione che continua nei suoi successori,  quale Maestro e garante della fede del popolo di Dio. Ce lo ricorda anche Dante nella Divina Commedia:

" Avete il Novo e il Vecchio Testamento
E il Pastor della chiesa che vi guida:
questo vi basti a vostro salvamento" ( Par. V,76)

Il papa é successore di Pietro e non di Cristo, il quale non ha e non può avere successori. Gesù vive nella chiesa come suo Capo e Salvatore, "ieri, oggi e sempre". "Cristo é il centro, non il successore di Pietro. Cristo, Cristo é il centro e il cuore della chiesa" ( Papa Francesco) . La figura del "Vicarius Petri"- con la fragilità umana che lo può accompagnare, come fu per l'Apostolo - può rendere più "comprensibile"e meno traumatica, soprattutto per i credenti, la lettura di quelle tristi pagine della storia della chiesa che descrivono i comportamenti immorali di alcuni papi. 

Benedetto XVI parlando ai Cardinali e al popolo, prima del suo ritiro, ha giustamente affermato che il credente sa che la chiesa è condotta e  governata direttamente da Cristo: "La barca della chiesa non è mia e non è nostra ma è del Signore Gesù". E' il superamento di una visione ecclesiocentrica a vantaggio di una concezione cristocentrica della chiesa.

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