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Forum  >  MARIA, SERVIZIO E PROFEZIA - DI GIOVANNI PAOLO II

MARIA, SERVIZIO E PROFEZIA

 
Il cantico di Maria
 
L’anima mia magnifica il Signore,
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l 'umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni
mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente,
e santo é il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperse i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza per sempre”(Lc 1,46-55).
 
 
"Maria prima testimone dell’amore del Padre"
 
 
La chiesa, che sin dall’inizio conforma il suo cammino terreno su quello della Madre di Dio, ripete costantemente al seguito di lei le parole del Magnificat. Dalla profondità della fede della Vergine nell’annunciazione e nella visitazione, essa attinge la verità sul Dio dell’alleanza. Dio si dona nel Figlio : "Ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv. 3,16), Maria é la prima testimone di questa meravigliosa verità, che si attuerà pienamente mediante le opere e le parole (cfr. At 1,1) del suo Figlio e definitivamente mediante la sua croce e risurrezione. La chiesa, che pur "tra le tentazioni e le tribolazioni" non cessa di ripetere con Maria le parole del Magnificat, "si sostiene" con la potenza della verità su Dio, proclamata allora con si straordinaria semplicità e, nello stesso tempo, con questa verità su Dio desidera illuminare le difficili e a volte intricate vie dell’esistenza terrena degli uomini. Il cammino della chiesa, dunque, al termine ormai del secondo millennio cristiano, implica un rinnovato impegno nella sua missione. Seguendo colui che disse di sé: "(Dio) mi ha mandato per annunciare ai poveri il lieto messaggio" (cfr. Lc 4,18), la chiesa ha cercato di generazione in generazione e cerca anche oggi di compiere la stessa missione.
 
 
Il canto dell’amore preferenziale per i poveri
 
 
Il suo amore di preferenza per i poveri é inscritto mirabilmente nel Magnificat di Maria. Il Dio dell’alleanza, cantato nell’esultanza del suo spirito dalla Vergine di Nazareth, e insieme colui che "rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili... ricolma di beni gli affamati, e rimanda i ricchi a mani vuote... disperde i superbi,.. e conserva la sua misericordia per coloro che lo temono". Maria e profondamente permeata dello spirito dei "poveri di Javhè", che nella preghiera dei Salmi attendevamo da Dio la loro salvezza, riponendo in lui ogni fiducia (cfr. Sal. 25; 31; 35; 55). Ella, invero, proclama l’avvento del mistero della salvezza, la venuta del "Messia dei poveri" (cfr. Is. 11,4; 61,1). Attingendo dal cuore di Maria, dalla profondità della sua fede, espressa nelle parole del Magnificat, la chiesa rinnova sempre meglio in sé la consapevolezza che non si può separare la verità su Dio che salva, su Dio che é fonte di ogni elargizione, dalla manifestazione del suo amore di preferenza per i poveri e gli umili, il quale, cantato nel Magnificat, si trova poi espresso nelle parole e nelle opere di Gesù.
 
 
“Maria icona della liberazione dell’umanità e del cosmo”
 
 
La chiesa, pertanto, e consapevole - e nella nostra epoca tale consapevolezza si rafforza in modo particolare - non solo che non si possono separare questi due elementi dal massaggio contenuto nel Magnificat, ma che si deve, altresì, salvaguardare accuratamente l’importanza che "i poveri" e "l’opzione in favore dei poveri" hanno nella parola del Dio vivo. Si tratta di temi e problemi organicamente connessi col senso cristiano della libertà e della liberazione. "Totalmente dipendente da Dio e tutta orientata verso di lui per lo slancio della sua fede, Maria, accanto a suo Figlio, é l’icona più perfetta della libertà e della liberazione dell’umanità e del cosmo. E a lei che la chiesa, di cui ella e madre e modello, deve guardare per comprendere il senso della propria missione nella sua pienezza".
 
(Dalle Lettera enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo ll - 1987 - n. 37)

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