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Forum  >  IL DUPLICE AMORE - DI S. CLEMENTE ALESSANDRINO

IL DUPLICE AMORE
 
di S. Clemente Alessandrino
 
 
Amiamo Dio, che ci ha amato per primo
 
Il Maestro dunque, quando gli fu chiesto quale fosse il più grande dei comandamenti, rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutta la tua anima e con tutte le tue forze”, dicendo che non c’é nessun altro comandamento maggiore di questo.
Ed é senz’altro giusto che sia così, perché questo comandamento é stato dato circa l’Essere primo e sommo, cioè Dio stesso nostro Padre, per mezzo del quale hanno avuto origine ed esistono tutte le cose, e al quale torneranno tutte le cose che si salveranno. Ora, poiché Egli ci ha amato per primo e da lui abbiamo ricevuto la nostra esistenza, sarebbe cosa empia che noi considerassimo qualcos’altro come più grande e più prezioso di lui; ed è giusto che gli rendiamo quest’unico atto di riconoscenza. E ben piccola cosa in cambio di beni sommi, ma noi non abbiamo nient’altro, proprio niente, che possiamo ritenere degno di dare in contraccambio a Dio.
 
 
Amiamo il prossimo, come ha fatto il buon samaritano
 
 
Il secondo comandamento dopo questo, e in nulla inferiore a questo, egli dice che è: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Dio dunque più che te stesso. E siccome colui che stava discorrendo con lui gli chiese: “Chi é il prossimo?”, egli non definì il prossimo come lo definiscono i giudei; non disse che é il consanguineo, né il concittadino, né il proselita, né colui che é stato circonciso come tutti loro, né colui che segue la stessa e identica legge; ma parlando narra di un tale che veniva
giù da Gerusalemme verso Gerico e lo fa vedere assalito e colpito da alcuni predoni e buttato mezzo morto sulla via e lasciato li da un sacerdote che passa e sbirciato da un levita. Ma di lui ha compassione il Samaritano disprezzato e segregato. Egli non passava di lì causalmente, come quelli, ma veniva avendo pronto tutto ciò di cui quell’uomo in fin di vita aveva bisogno: vino, olio, fasce, ricchezze; denaro per l’oste, denaro che in parte diede subito e in parte promise che gli avrebbe dato più tardi. “Chi di costoro - chiese Gesù - é stato prossimo per quell’uomo che si trovava in quei pericoli?”. E siccome l’interlocutore gli rispose: “Colui che mostrò pietà verso di lui”, “Anche tu – disse il Signore quando sarai andato via di qui comportati come lui”. E con ciò rivelò che é l’amore che fa germogliare opere buone.
 
 
Amiamo e imitiamo Cristo che si é fatto ”prossimo" di ogni uomo
 
 
Nell’uno e nell’altro comandamento, egli comanda l’amore. Però fa una distinzione nell’amore: nel primo comandamento assegna a Dio l’amore più! grande; nel secondo assegna al prossimo l’amore che viene al secondo posto subito dopo quello. Ora, chi altro è stato questo “prossimo” se non il Salvatore stesso? O chi più di lui ha avuto pietà di noi che stavamo per essere uccisi dai dominatori del mondo delle tenebre sotto le tante loro ferite, le paure, le passioni, le ire, i dolori, gli inganni, i piaceri? Di tutte queste ferite unico medico è Gesù. Egli taglia via completamente e fin dalle radici le passioni. Non fa come la legge che taglia solo gli effetti. Come a dire i frutti delle piante malefiche. No, egli cala la sua accetta fino alle radici del male. E’ lui che reca e dona copiosamente l’olio: la pietà del cuore del Padre. E’ lui che mostra le bende della salute e della salvezza che non saranno sciolte: la carità, la fede, la speranza.
Bisogna perciò amare lui come amiamo Dio. Dunque, ama Gesù Cristo chi fa la sua volontà e osserva i suoi comandamenti “...giacché non chiunque mi dice “Signore, Signore” entrerà nel regno dei cieli, ma colui che compie la volontà del Padre mio”. E “...perché mi chiamate "Signore, Signore” e non fate ciò che dico?”. E “...beati voi che vedete e udite ciò che non videro né udirono giusti e profeti, se farete ciò che io vi dico”.
 
(Da "C’é salvezza per il ricco?" di S. Clemente Alessandrino P.G.)

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