POLITICA E SOLIDARIETA'
Carità e giustizia
"La carità che ama e serve la persona non può essere mai disgiunta dalla giustizia: e l’una e l’altra, ciascuna a suo modo, esigono il pieno riconoscimento effettivo dei diritti della persona, alla quale é ordinata la società con tutte le sue strutture ed istituzioni. Per animare cristianamente l’ordine temporale, nel senso detto di servire la persona e la società, i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla politica, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune" (...).
Il perseguimento del bene comune
Una politica per la persona e per la società trova il suo criterio basilare nel perseguimento del bene comune, come bene di tutti gli uomini e di tutto l’uomo, bene offerto e garantito alla libera e responsabile accoglienza delle persone, sia singole che associate. La comunità politica - leggiamo nella Costituzione Gaudium et spes - esiste proprio in funzione di quel bene comune, nel quale essa trova piena giustificazione e significato e dal quale ricava il suo ordinamento giuridico, originario e proprio. Il bene comune si concreta nell`insieme di quelle condizioni della vita sociale, con le quali gli uomini, le famiglie e le associazioni possono ottenere il conseguimento più pieno della propria perfezione. Inoltre, una politica per la persona e per la società trova la sua linea costante di cammino nella difesa e nella promozione della giustizia, intesa come virtù “alla quale tutti devono essere educati e come “forza» morale che sostiene l`impegno a favorire i diritti e i doveri di tutti e di ciascuno, sulla base della dignità personale dell'essere umano.
La politica e lo spirito di servizio
Nell'esercizio del potere politico é fondamentale lo spirito di servizio, che solo, unitamente alla necessaria competenza ed efficienza, può rendere e “trasparente e pulita” l’attività degli uomini politici, come del resto la gente giustamente esige. Ciò sollecita la lotta aperta e il deciso superamento di alcune tentazioni, quali il ricorso alla slealtà e alla menzogna, lo sperpero del pubblico denaro per il tornaconto di alcuni pochi e con intenti clientelari, l’uso di mezzi equivoci o illeciti per conquistare, mantenere e aumentare ad ogni costo il potere (...).
Nello stesso tempo - e questo e sentito oggi come urgenza e responsabilità - i fedeli laici devono testimoniare quei valori umani ed evangelici che sono intimamente connessi con l’attività politica stessa, come la liberta e la giustizia, la solidarietà, la dedizione fedele e disinteressata al bene di tutti, lo stile semplice di vita, l’amore preferenziale per i poveri e gli ultimi. Ciò esige che i fedeli laici siano sempre più animati da una reale partecipazione alla vita della Chiesa e illuminati dalla sua dottrina sociale. In questo potranno essere accompagnati e aiutati dalla vicinanza delle comunità cristiane e dei loro Pastori.
Il vincolo della solidarietà
Stile e mezzo per il realizzarsi d’una politica che intenda mirare al vero sviluppo umano é la solidarietà: questa sollecita la partecipazione attiva e responsabile di tutti alla vita politica, dai singoli cittadini ai gruppi vari, dai sindacati ai partiti: insieme, tutti e ciascuno, siamo destinatari e protagonisti della politica. In questo ambito, come ho scritto nell'Enciclica Sollicitudo rei socialis, la solidarietà “non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, e la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti”.
L’orizzonte internazionale per la promozione della pace
La solidarietà politica esige oggi d’attuarsi secondo un orizzonte che, superando la singola nazione o il singolo blocco di nazioni, si configura come propriamente continentale e mondiale. Il frutto dell'attività politica solidale, da tutti tanto desiderato ma pur sempre tanto immaturo, é la pace. I fedeli laici non possono rimanere indifferenti, estranei e pigri di fronte a tutto ciò che é negazione e compromissione della pace: violenza e guerra, tortura e terrorismo, campi di concentramento, militarizzazione della politica, corsa agli armamenti, minaccia nucleare. Al contrario, come discepoli di Gesù Cristo “Principe della pace” (Is. 9, 5) e “Nostra Pace” (Ef. 2, 14), i fedeli laici devono assumersi il compito di essere “operatori di pace” (Mt 5, 9), sia mediante la conversione del “cuore”, sia mediante l’azione a favore della verità, della libertà, della giustizia e della carità, che della pace sono gli irrinunciabili fondamenti.
Collaborando con tutti coloro che cercano veramente la pace e servendosi degli specifici organismi e istituzioni nazionali e internazionali, i fedeli laici devono promuovere un’opera educativa capillare destinata a sconfiggere l'imperante cultura dell’egoismo, dell’odio, della vendetta e dell’inimicizia e a sviluppare la cultura della solidarietà ad ogni livello. Tale solidarietà, infatti, “é via alla pace e insieme allo sviluppo”. In questa prospettiva i Padri sinodali hanno invitato i cristiani a rifiutare forme inaccettabili di violenza, a promuovere atteggiamenti di dialogo e di pace e ad impegnarsi per instaurare un ordine sociale e internazionale giusto.
(Dalla Esortazione Apostolica post sinodale “Christilideles laici”, di Giovanni Paolo ll, 42) |